[40] Non si devono dire parole inutili: si intende, cioè, quelle che non giovano né a sé né ad altri, e neppure sono indirizzate a tale scopo1. b. Non è inutile, invece, parlare di tutto quello che giova, o ha intenzione di giovare, all'anima propria o degli altri, o al corpo o a qualche bene terrenoa; e neppure parlare di cose in sé estranee al proprio stato, come quando un religioso parla di guerre o di commerci2. Ma in tutti questi casi c'è merito se si parla con retta intenzione, e c'è peccato se si parla con cattiva intenzione o inutilmente. a 38b. |